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Durante i lockdown le strutture sanitarie sono state costrette a tenere lontani i pazienti meno urgenti per limitare il rischio di contagio e fare spazio ai reparti Covid. E ora la priorità è quella di recuperare il ritardo accumulato negli scorsi mesi, sfoltendo le liste d’attesa, recuperando screening e interventi saltati.
Purtroppo, non si tratta solamente di recuperare il tempo perduto: è necessario anche ritrovare la fiducia degli italiani. Durante le fasi più critiche della pandemia, infatti, la percezione pubblica degli ospedali è mutata. Da luoghi di cura sono spesso diventati (almeno agli occhi dei cittadini) hub di contagio, causa di ansia e stress per i pazienti che hanno iniziato a tenersene alla larga, a scapito della propria salute. Una situazione che deve essere risolta al più presto, anche puntando su soluzioni innovative che riducano la necessità e la frequenza delle visite in ospedale, per evitare che il bilancio di questa epidemia sia aggravato nei prossimi anni da un importante aumento di decessi per neoplasie, malattie cardiovascolari, e disabilità legata a disturbi cronici non curati a dovere.
Un ritardo da recuperare
A fotografare le conseguenze del lockdown sanitario sono le analisi fatte dalle principali società e istituzioni scientifiche del nostro Paese. Secondo una stima dell’Osservatorio nazionale screening, ad esempio, nei primi cinque mesi del 2020 sono stati eseguiti circa 1,4 milioni esami di controllo in meno rispetto all’anno precedente. Un ritardo importante, a cui è associata una netta diminuzione delle nuove diagnosi di tumore al seno (2.099 in meno), del colon-retto (611 in meno) e di lesioni precancerose della cervice uterina (1.600 in meno), spia di un possibile tumore della cervice. Trattandosi di malattie tempo dipendenti, un simile calo delle diagnosi è destinato necessariamente a tradursi nei prossimi mesi e anni in un importante aumento dei tumori in stadio avanzato e dei decessi.
Un sondaggio dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (ACOI) parla di una riduzione dell’80% degli interventi di chirurgia elettiva, e di una contrazione del 35% anche di quelli in urgenza. Molti chirurghi oncologici lamentano già oggi l’arrivo di pazienti con tumori in stadio avanzato in numero assai superiore alla norma pre-pandemica. E con il 79% delle sale operatorie italiane ancora ferme a gennaio 2021, il ritorno alla normalità è in salita: a giugno 2020 l’ACOI aveva calcolato che sarebbero serviti più di 13 mesi per recuperare gli interventi persi a causa dell’epidemia di Covid 19, anche lavorando oltre i ritmi normali.
La telemedicina come soluzione
In un momento in cui il sistema sanitario è sotto pressione, è importante dunque mettere a sistema tutte le strategie che consentano ai cittadini di gestire la propria salute in tutta sicurezza, e ai medici di seguire al meglio i pazienti senza mettere a rischio la propria. In questo senso le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi del percorso di prevenzione, accesso, cura e assistenza del cittadino/paziente e a supporto di tutti gli attori del sistema sanitario (medici, strutture sanitarie, ecc.), mantenendo collegati medici e pazienti. La pandemia ha insomma spinto la diffusione di strumenti digitali nel settore sanitario, accelerandone anche la conoscenza e l’uso da parte di cittadini, medici e strutture sanitarie nelle diverse fasi del percorso di cura, sebbene la digitalizzazione dell’ecosistema della salute in Italia proceda ancora a velocità diverse sul territorio.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano edizione 2021, tra gli strumenti digitali che possono essere utilizzati nel sistema sanitario, le App per la salute possono essere un valido supporto nelle fasi di prevenzione, cura e follow up e sono particolarmente apprezzate dai pazienti perché utilizzandole sono più consapevoli della propria patologia e del proprio stato di salute in generale e perché li aiutano a rispettare il proprio piano di cura. Il servizio di telemedicina più utilizzato è il teleconsulto con medici specialisti (lo usa il 47% degli specialisti e il 39% dei medici di medicina generale, MMG), che attira anche l’interesse in prospettiva di 8 medici su 10. Seguono la televisita (39% degli specialisti e dei MMG) e il telemonitoraggio (28% specialisti e 43% MMG). Questi servizi sono ancora poco usati dai pazienti, non tanto per mancanza di interesse ma a causa di un’offerta ancora limitata.
Eppure sul territorio nazionale sono sorte diverse iniziative: durante la fase acuta dell’emergenza, per esempio, oltre 4mila medici, farmacisti, dentisti, psicologi e altri operatori si sono attivati in una piattaforma di teleconsulto (Clickdoc) fornita gratuitamente; circa 5300 esercizi hanno aderito al sistema ricettainfarmacia.it che permette al paziente l’invio della ricetta elettronica direttamente alla farmacia, così da ridurre spostamenti e file e ricevere i medicinali anche a domicilio. L’Agenzia Regionale Strategica per la Salute ed il Sociale Puglia ha sviluppato una piattaforma che permette di progettare un piano assistenziale individuale per il singolo paziente cronico, monitorare a distanza i parametri vitali, effettuare video-consulti e accedere a un ambulatorio virtuale di tele-visita specialistica, visualizzando in modo strutturato i dati del paziente. La ASL di Frosinone ha messo a punto un progetto di Tele-cardiologia con 15 installazioni fra case della salute, ambulatori territoriali e tre carceri, che consente di scaricare i referti attraverso un portale aziendale, mentre la AUSL di Pescara ha introdotto una piattaforma di collaborazione clinica QUICK WebConnect per la gestione delle patologie croniche e per la gestione dell’emergenza Covid, che consente di inviare messaggi, notifiche e promemoria, scambiare documenti, referti e piani terapeutici dei pazienti fra tutti gli attori di Percorso (MMG, Specialisti, ecc.), raccogliere i dati provenienti dai diversi dispositivi diagnostici digitali e di fruire di servizi di Telemedicina. Il progetto di Tele-riabilitazione della Fondazione Don Carlo Gnocchi permette di erogare prestazioni di riabilitazione neuromotoria da remoto attraverso un ambiente di realtà virtuale, tra il terapista collegato da remoto in videochiamata e il paziente che ha in dotazione un sensore di rilevazione del movimento, una webcam con microfono, un mini-PC collegato alla TV e un modem per rilevare e trasmettere i segnali dei sensori. Il “TreC Pediatria” sviluppato a Trento consente lo scambio di informazioni tra la famiglia del paziente e il pediatra, al fine di ridurre gli spostamenti ed evitare assembramenti negli ambulatori. La piattaforma, fruibile tramite un’App mobile, integra tele-visita (che consente al pediatra di effettuare una visita a distanza), un canale di chat (che permette la comunicazione asincrona e bidirezionale) e un’area protetta per la condivisione di file multimediali. Infine, per gestire i servizi ambulatoriali nella fase post Covid, il Nuovo Ospedale di Sassuolo ha implementato un pannello per monitorare gli assembramenti nelle sale di attesa, capace di aggiornarsi di continuo con informazioni acquisite in tempo reale. In base alle prenotazioni effettuate dai pazienti, il sistema stima il numero di persone che saranno presenti nelle sale di attesa, valutando il grado di assembramento e fornendo una rappresentazione grafica dell’andamento giornaliero. Il sistema ha permesso all’ospedale di recuperare le visite in sospeso in tempi ristretti e di ottimizzare gli accessi alle sale d’attesa.
Riferimenti
- “Rapporto sui ritardi accumulati dai programmi di screening italiani in seguito alla pandemia da Covid-19. Secondo Rapporto al 30 Settembre 2020”, a cura del Gruppo di lavoro ONS
- Paola Mantellini et al., settembre 2020 RAPPORTO SULLA RIPARTENZA DEGLI SCREENING - SETTEMBRE 2020
- “Ripartenza Covid – 19, un sondaggio Acoi”, Acoi – Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, gennaio 2021 ACOI
- “Impatto del Covid sulla cura di sé”, Elma Research, aprile 2021
- Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità 2021 del Politecnico di Milano